Addetti alle pulizie contro l’impresa «Ci tagliate le ore, noi non firmiamo»

Da domani parte l’appalto vinto da tre nuove società Il sindacato: «Ridotti alla fame, intervenga il prefetto»

Erano al policlinico per firmare i contratti di lavoro, e invece si sono scontrati. Dividendosi. Il presidio si trovava al terzo piano del padiglione di Traumatologia: sindacalisti di Sdb e Cub, insieme ai delegati da una parte; i rappresentanti delle imprese che si occuperanno del servizio pulizie al policlinico San Matteo dall’altra. Sono volate parole grosse ieri mattina durante il primo giorno di convocazione per la firma dei contratti.

157 lavoratori

All’appello avrebbero dovuto rispondere 157 lavoratori della cooperativa, passati dall’ex gestione Coop Consi Copra, formata da Elior, Pulitori e Miorelli, all’attuale che il 1° maggio dovrebbe iniziare a dare esecuzione al nuovo appalto. Ad occuparsi delle pulizie del policlinico di Pavia è una nuova Rti (Raggruppamento temporaneo di imprese), formata da Pellegrini Spa, Papalini ed Eporlux Srl. L’ammontare complessivo dell’appalto ottenuto dal San Matteo è di 12.203.671 (Iva esclusa), spesa che coprirà il servizio per 60 mesi. Ma ieri non è andata come i nuovi imprenditori speravano: nessuno della trentina di operai arrivati all’appuntamento in policlinico ha firmato: i lavoratori hanno portato a casa il nuovo contratto per visionarlo, ma ancora la firma non l’hanno messa.

Oggi si replica: dalle 9 alle 19 è in programma un’altra giornata di convocazione delle maestranze per la sigla dei contratti. Cosa che i sindacati hanno tutte le intenzioni di bloccare.

Il taglio delle ore

Il perchè dei malumori e del conseguente rifiuto a firmare sta tutto in una scelta che gli imprenditori hanno fatto e che lavoratori e sindacalisti contestano: il taglio delle ore. Lo spiegano la segretaria provinciale del Sindacato di base Sabina Bertolini e il responsabile provinciale Cub Sanità italiana Rocco Lamanna. «Dal 1 Maggio l’appalto pulizie al San Matteo passa di mano. E i lavoratori interessati al passaggio sono già diminuiti di numero perchè cinque anni fa erano 193 e ora 157 – sottolineano Bertolini e Lamanna –. Le ditte subentranti hanno proposto alle organizzazioni sindacali Cub Sanità italiana e Sindacato di base un taglio dell’8.30% per i contratti da 16 ore e del 6% per quelli da 15, sostenendo che ciò si rende necessario perché il monte ore che sono chiamati a garantire al policlinico di Pavia in seguito al nuovo appalto si è ridotto rispetto alle condizioni precedenti (ora è di 183.361.88 all’anno, con un taglio di 14.334 ore rispetto all’appalto di cinque anni fa, in pratica si tratta di 276 ore lavorate in meno alla settimana)».

Mancato accordo

«Abbiamo respinto fermamente tutto ciò con un mancato accordo perchè i dipendenti sono diminuiti di numero rispetto all’organico di cinque anni fa, quindi il taglio c’è già stato – concludono i due sindacalisti –. Parlare di una nuova riduzione di ore e stipendi, considerando che i lavoratori hanno contratti part-time, per la maggioranza di 500-600 euro al mese, e sono praticamente ridotti alla fame, è ancora più assurdo in un momento di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo e con diverso personale in malattia, quarantena, aspettativa. Proprio ora che si richiede un maggiore impegno per sanificare le strutture sanitarie, si diminuiscono le ore lavorate».

Per questo Cub e Sindacato di base hanno chiesto un incontro al Prefetto di Pavia, Rosalba Scialla. E lo stato di agitazione rimane. —

Fonte Laprovinciapavese.

 

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