La denuncia degli educatori del Martinitt

Turni di lavoro anche di ventiquattr’ore.

C’è un educatore che passa il badge in entrata alle 9,37 di venerdì e striscia in uscita alle 12,18 del giorno seguente. Pochi giorni dopo, stessa storia: ingresso alle 09,54 di martedì, a casa alle 13,17 di mercoledì. Ma non è un caso isolato. Gli esempi sono svariati e coinvolgono un po’ tutti i lavoratori dello storico istituto Martinitt, ente pubblico senza scopo di lucro che insieme alle Stelline e al Pio Albergo Trivulzio opera nei settori dell’assistenza socio-sanitaria per gli anziani e, nel caso specifico, dell’ educazione dei minori in difficoltà. Molti dei quali stranieri.
La denuncia corredata di statini con le presenze di svariati dipendenti, arriva dal sindacato Cub. Turni di lavoro fuorilegge quindi, ma anche situazioni contrattuali egualmente irregolari. Su 45 educatori complessivi, destinati alla cura di un’ottantina di ospiti dai 6 ai 18 anni, 14 hanno un contratto a tempo indeterminato, otto a tempo determinato e ben 23 sono configurati come “liberi professionisti”. Se non fosse che di “libero” hanno poco: stanno nei turni con tutti gli altri e, proprio in virtù del contratto con meno tutele, sono quelli obbligati a dire sempre di sì. Come firmare la cosiddetta dichiarazione disponibilità al servizio notturno, dove ci si rende disponibili «a svolgere turni notturni presso la comunità per due o tre volte la settimana a seconda delle esigenze del servizio fino a nuova disponibilità». C’è anche chi in un mese ha fatto 15 notti di servizio. «L’innovazione pedagogica, dice il coordinatore Rocco Lamanna, coordinatore nazionale del Cub Sanità, deve essere coniugata con la tutela e la promozione degli educatori che hanno il diritto e dovere di esercitare la professione in un ambiente in cui il rapporto di lavoro sia sotto le insegne della legge e della qualità».
Il lavoro notturno ( dalle 23 alle 7 del giorno successivo) è definito “attività custodialistica” ed è retribuito con una somma lorda di 50 euro, aumentata di 20 euro dopo la causa in tribunale di un educatore di qualche anno fa, il quale, racconta uno di loro, ha a disposizione una camera contigua con quelle degli ospiti, in cui può ritirarsi e stendersi sul letto e cercare di riposare. Con sé deve sempre avere il telefono della comunità e in qualsiasi momento della notte può essere chiamato ad intervenire per prestare la propria opera professionale. È una situazione molto simile a quella del medico ospedaliero che lavora sul turno di notte. Però a nessuno viene in mente di considerare il lavoro notturno del medico “attività custodialistica”, anche se in ospedale possono esserci delle notti tranquille».
Secondo i vertici dell’azienda che vengono nominati da Comune e Regione, «l’attuale organizzazione e la turnistica degli operatori risale a prima del 2015, anno di insediamento prima del commissario e poi del Consiglio di indirizzo e del direttore generale in carica», cioè Claudio Vito Sileo, designato poco più di un anno fa. Insomma, i problemi non vengono negati. Ma “a breve” verranno varate le «assunzioni a tempo determinato per gli operatori, facendo cessare gli incarichi libero-profes sionali. Questa stabilizzazione è stata resa possibile solo ora a seguito delle vendite di immobili che hanno consentito il miglioramento della grave situazione di indebitamento pregressa».

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