«Inceneritore fa ammalare Denuncia in procura»

 Chi abita vicino ad un inceneritore è esposto a grossi rischi per la salute.

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Presunzione dei rischi connessi all’esposizione delle sostanze emesse dagli inceneritori e prevedibilità dell’evento. Su questi due punti Cub sanità si riserva di presentare alla Procura della Repubblica denuncia per disastro ambientale e lesioni personali contro ignoti. A far conoscere l’intenzione dei Cub, Confederazione unitaria di base, è Stefano Marton, medico legale e membro del direttivo provinciale, che ieri ha voluto essere presente all’incontro tra Regione, Provincia e Comuni del Basso pavese per discutere della questione del triplicamento del termovalorizzatore di Corteolona. Marton ha sottolineato come «la letteratura scientifica avvalori da decenni che chi abita vicino ad un inceneritore sia esposto a grossi rischi per la salute». «Si tratta di “evidenze” che rendono plausibile un principio di prevedibilità dell’evento malattia, presupponendo che gli studi di impatto ambientale siano stati a favore di questi impianti», sostiene il medico che poi si rivolge alla Regione a cui chiede se «gli uffici regionali sono a conoscenza delle criticità che la dottrina da tempo avanza sui metodi di campionamento». «E’ necessario verificare – avverte Marton – se sull’impatto della qualità dell’aria, ad esempio, questi limiti sono contenuti nelle precauzioni o se queste risultano parziali rispetto a criticità qualitative e quantitative più ampie dei metodi d’analisi». Per Cub sanità «spetta a chi approva il progetto d’incremento dell’inceneritore, e non a chi si contrappone, garantire che l’impatto su salute e ambiente non siano nocivi». E se il segretario provinciale del sindacato, Rocco Lamanna, sottolinea come Regione avrebbe dovuto puntare a politiche che privilegiassero la raccolta differenziata, Marton ricorda l’esperienza di Mantova dove era stato avviato uno studio epidemiologico , durato 2 anni, «stabilendo l’alto rischio a cui erano esposti gli abitanti della zona». Per l’assessore regionale Claudia Terzi «una denuncia non rappresenta la soluzione al problema». «Sono state accolte tutte le indicazioni legittime di Comuni, Provincia, Arpa e Asl – continua -. Le prescrizioni di Asl, che ha dato parere favorevole a condizione di effettuare un monitoraggio sanitario, sono state inserite nel parere regionale. Peraltro, Regione chiede uno studio rigoroso e approfondito della salute dei cittadini, un argomento forte nelle mani di Provincia e Comuni». E l’assessore regionale alle Attività produttive, Mario Melazzini aggiunge: «Sull’impianto mi sento di prendere posizione rispetto all’impatto che avrà sulla salute dei cittadini.  Intendo attivarmi per approfondire questo aspetto, in modo che venga garantita prima di tutto la salvaguardia dello stato di salute della comunità. L’impegno di Regione Lombardia è forte e, nonostante i paletti imposti a livello europeo, intende lavorare per trovare una soluzione positiva e condivisa con il territorio». Terzi poi ribadisce che «nessuno fra coloro che governano oggi la Lombardia avrebbe voluto l’ampliamento dell’impianto, tutto quello che si poteva fare legittimamente per fermarlo l’abbiamo fatto». Resta la necessità, ribadiscono dalla Regione, di modificare la normativa sui rifiuti speciali che ha permesso all’impianto di Corteolona di non rientrare nella moratoria regionale.

Fonte: “La Provinciapavese”

 

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